IL PROGETTO
L’alpeggio di Corte Nuovo, un tempo importante luogo di vita rurale per le comunità locali, è ora al centro di un meritevole progetto di riqualifica del Patriziato di Borgnone.
​
Le finalità del recupero edilizio sono quelle di frenare l'incessante degrado di uno dei più significativi alpeggi della valle, di mantener viva la memoria delle generazioni passate e di offrire un punto di sosta e di ristoro per gli escursionisti che oggi desiderano scoprire questa incantevole porzione di territorio.
La prima fase dei lavori, felicemente conclusa, ha portato al recupero dell’edificio minore: la vecchia baita dell'alpigiano, distrutta alcuni anni fa da un fulmine, è ora divenuta un accogliente rifugio alpino.
Grazie ai contributi di diverse associazioni e alle donazioni di numerosi cittadini, nell'autunno del 2016 è così stato possibile riprendere il filo di una storia, dall'iter assai travagliato, le cui origini risalgono ad alcuni decenni or sono, come raccontato di seguito.
​
Consultando i documenti patriziali si ha notizia, per la prima volta, dell’intenzione di realizzare un rifugio a Corte Nuovo, nell’ormai lontano 1983.
Una commissione speciale del Patriziato di cui facevano parte: Bruno Fiscalini, Mauro Fiscalini, Erminio Manfrina, Osvaldo Pantini e Fernando Rizzoli, dopo aver fatto il giro degli stabili patriziali, riportò nel suo rapporto:
“Si rende attenta l’Assemblea che sarebbe auspicabile un intervento incisivo sugli stabili di Corte Nuovo che, per una questione di opportunità, sono gli unici a rappresentare un vero e proprio patrimonio patriziale che ancora oggigiorno potrebbe venir sfruttato in modo interessante per i patrizi. Si pensa in particolar modo alla formazione di una capanna alpina presso la quale i nostri patrizi potrebbero godere in tranquillità i giorni della presenza estiva, nonché la magnifica vista su tutte le montagne circostanti”.
​
Il 30 ottobre 1997, su iniziativa di Dante Fiscalini, la Pro Costa inoltrò uno scritto all’Amministrazione patriziale chiedendo che fosse presa in considerazione la possibilità di sistemare il sentiero ultracentenario che da Costa porta a Corte Nuovo e di trasformare i due rustici di questo alpeggio in una capanna. Progetto sollecitato da più parti in quanto si riteneva che potesse contribuire al rilancio turistico delle Alte Centovalli.
​
In occasione dell’Assemblea patriziale del 19 dicembre 1997 venne quindi costituita una commissione ad hoc, composta da 5 membri: Giuseppe Maggetti, Mario Manfrina, Dante Fiscalini, Luigi Rizzoli e Mario Fiscalini che nella successiva Assemblea del 3 luglio 1998 diede alcune delucidazioni in merito alla capanna alpina. Mario Fiscalini rinunciò alla carica di membro e gli subentrò Veglio Fiscalini.
​
Si tornò a parlarne in sede assembleare il 7 maggio 2004 quando, Giuseppe Maggetti, riprese la problematica ed espresse l’idea di creare una Capanna estiva/invernale, sul modello CAS, UTOE, FAT, avanzando la richiesta di ottenere un diritto di superficie, assicurando l’impegno di portare un progetto di massima, fatto che avvenne il 3 dicembre 2004. Su richiesta di un patrizio, il tema venne però demandato ad un’assemblea straordinaria che si tenne il 21 gennaio 2005.
In quell’occasione la neo costituita Associazione CentovalliViva, per voce del suo Presidente Giuseppe Maggetti evidenziò i possibili sviluppi turistico-escursionistici legati al progetto allestito dall’arch. Silvano Berri e chiese di poter beneficiare di un diritto di superficie. La richiesta ottenne l’approvazione dell’Assemblea che la concesse per un periodo di 99 anni, con un affitto annuo di CHF 100.- Ma contro questa decisione, peraltro approvata all’unanimità, fu interposto un ricorso che dopo essere stato respinto dal Consiglio di Stato lo fu anche dal Tribunale amministrativo cantonale.
Il 9 novembre 2005 l’Ufficio patriziale chiese quindi al Consiglio di Stato la ratifica della costituzione di un diritto di superficie a favore dell’Associazione CentovalliViva, decisione che la Sezione degli Enti locali approvò in data 13 dicembre 2005. Non appena fu cresciuta in giudicato, il 19 gennaio 2006 l’allora Presidente del Patriziato, Luigi Rizzoli, inoltrò, al Municipio di Borgnone, la domanda di costruzione relativo alla nuova Capanna. Essa fu tuttavia oggetto di un’opposizione dipartimentale in quanto si rendeva necessario un cambiamento di classificazione degli edifici in modo da poterne successivamente permettere il cambio di destinazione. Modifica di classificazione di un rustico fuori dalle zone edificabili che venne chiesta come modifica di poco conto e pubblicata dal Municipio di Borgnone il 16 novembre 2006, una settimana dopo aver ricevuto l’approvazione del Dipartimento del territorio.
​
Il 27 agosto 2007, il Municipio dell’allora Comune di Borgnone rilasciò la licenza edilizia per un progetto il cui costo complessivo era di CHF 820 000.-
​
A testimonianza del fatto che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, da quel lontano rapporto del 1983 erano ormai trascorsi quasi venticinque anni, ma ce ne vorranno altri dieci per concretizzare quei buoni propositi!
​
In occasione dell’Assemblea patriziale del 5 marzo 2010, il Patriziato ritrovò la sua proprietà di Corte Nuovo grazie alla cessione gratuita del progetto approvato e dei diritti in suo favore da parte dell’Associazione Centovalli Viva. Progetto che fu raccolto, in modo deciso, dall’attuale Amministrazione patriziale che, il 19 gennaio 2016, richiese al nuovo Comune di Centovalli l’attualizzazione della licenza edilizia. Il 5 febbraio 2016, “tenendo conto che i preparativi per la ristrutturazione sono in corso e che il progetto riveste un importante obiettivo nella realizzazione di una struttura pubblica", l’Esecutivo confermava che la licenza rilasciata era ancora valida.
​
Ci si presentò quindi all’Assemblea, dapprima prevista per il 3 marzo 2016, ma che slittò al 26 giugno, in seguito all’ennesimo ricorso che causò una spiacevole perdita di tempo. Le autorizzazioni del caso furono accompagnate da un preventivo di massima, di circa 100 000.- CHF e dai primi importanti contributi provenienti da una raccolta fondi che era stata avviata nel frattempo e che sarà successivamente accompagnata dall’azione “Griffa una pioda”.
L’8 e il 9 giugno i militi della PC salirono a scoperchiare il tetto e a sgomberare l’interno dello stabile; il 28 settembre l’impresa Flavio Pedrazzi, unitamente alla GRG che assicurò le opere di carpenteria, diede l’avvio ai lavori che, con piena soddisfazione e malgrado il ritardo causato dal ricorso, vennero conclusi il 2 dicembre. Nei mesi e negli anni a seguire, grazie ad alcuni volontari, persone quasi tutte esterne al Patriziato, ci si è poi occupati di rendere accoglienti gli spazi interni, di costruire un servizio igienico provvisorio e di sistemare gli spazi esterni.
​
Lo sguardo si rivolge ora alla gestione ordinaria del Rifugio con l'aspirazione futura di poter mettere mano anche allo stallone e portare così a termine questo ambizioso progetto nato tanti anni fa.